Intervista a:

Marco Pasculli Managing Director NFON ITALIA

 

 

 

 

Perché il centralino in Cloud?

La comunicazione aziendale sta cambiando velocemente e, con essa, le tecnologie e gli strumenti che fino a qualche anno fa sembravano destinati a non dover mai tramontare. È il caso dei centralini telefonici o PBX (Private Branch Exchange). I vantaggi dei centralini virtuali su quelli tradizionali si stanno imponendo in maniera evidente. Vantaggi in termini di prestazioni, costi, flessibilità, scalabilità e sicurezza. I centralini virtuali spostano all’esterno tutta la parte infrastrutturale, nonché l’esigenza di gestione e manutenzione, e vengono rilasciati come software Cloud-based e app disponibili su PC, smartphone e tablet. Nel Cloud PBX i costi vengono “spalmati” nel canone ricorrente, evitando così l’immobilizzazione di risorse Capex e commutandole in investimenti Opex. L’onere di gestione, manutenzione e assistenza è a carico dell’Internet Telephony Service Provider (ITSP), che deve garantire prestazioni ottimali grazie a infrastrutture carrier class solide e affidabili. Quando si sceglie un PBX, bisogna focalizzarsi sull’insieme di funzionalità offerte. Mentre alcune sono appannaggio di qualsiasi tipologia di centralino (passaggio chiamate, segreteria telefonica, ecc.), ce ne altre che solo un PBX particolarmente evoluto è in grado di assicurare. Ad esempio, la funzione di virtual fax machine, che consente di ricevere un fax in formato digitale, o lo smistamento delle code in maniera intelligente, o ancora la piena integrazione di apparecchi da scrivania con smartphone, PC e tablet che permette di usare il centralino telefonico indifferentemente con qualsiasi device e dovunque ci si trovi. Una caratteristica, questa, che i Cloud PBX posseggono nativamente e che incide sul miglioramento dei processi aziendali semplificando, ad esempio, la comunicazione in occasioni di trasferte, quando si lavora in mobilità o se si opera in smart working.

 

Perché NFON?

Cloudya è il nostro sistema telefonico in Cloud.

Due i punti chiave:

Il primo consiste in una tecnologia semplificata, più facile da usare per i dipendenti e da monitorare per lo staff IT interno, che non deve più preoccuparsi di garantire il funzionamento dei sistemi di comunicazione.

Il secondo è la riduzione dei costi abbinati, svincolati da un’allocazione che non coincide con il reale utilizzo del servizio. Con Cloudya l’azienda paga soltanto ciò che utilizza: insieme al setup per l’attivazione del sistema (un piccolo importo una tantum), viene fatturato esclusivamente un canone mensile che comprende traffico, assistenza continua, aggiornamenti e tutte le funzionalità di un centralino di nuova generazione che comprende funzionalità business.

Senza dimenticare che Cloudya associa nativamente il numero fisso e il mobile estendendo l’interno telefonico alla persona che può avvalersi così del PBX mediante qualsiasi dispositivo (fino a 9), a prescindere da dove si trovi.

Tra le oltre 30 mila organizzazioni che oggi hanno scelto la tecnologia di NFON, in ben 14 paesi europei, il tasso di abbandono è pari quasi allo zero. E questo nonostante la forma contrattuale preveda il cosiddetto rolling contract con un preavviso di 30 giorni, cioè nessun vincolo a lungo termine e nessuna penale di uscita. La valorizzazione della libertà di scelta è uno dei tratti distintivi dei mercati contemporanei, in cui nella vastità dell’offerta bisogna distinguersi per i costi competitivi, ma soprattutto per la qualità. Puntiamo sul fatto che centralino in Cloud non solo sia uno strumento che aiuta a risparmiare, ma sia anche in grado di accompagnare l’azienda in percorsi di innovazione ed efficienza, alla base di un incremento solido del business.

 

Perché in Italia?

Dal 2010 a oggi il mercato dei centralini virtuali si è quintuplicato. Secondo una ricerca di Eastern Management Group, infatti, in meno di 10 anni si è passati dal 3,6% all’attuale 18,1% di Virtual PBX adottati sul totale dei centralini presenti in azienda. Guida questo trend soprattutto la maggiore convenienza economica rispetto ai classici sistemi telefonici professionali, motivo per il quale sono in particolare le PMI con meno di 50 addetti ad aver scelto il centralino in Cloud. E poiché l’Italia è uno dei Paesi in cui il tessuto delle piccole e medie imprese è tra i più vitali e popolosi al mondo, è molto probabile che il fenomeno esploderà ben presto anche da noi. Da un’analisi di Cavell Group nel nostro Paese nel 2017 c’erano circa 220 mila utenti di soluzioni di Cloud Communication (1,29% del mercato) ma con in bacino potenziale di circa 22 mio di utenti, di cui 18mio dipendenti di PMI. SI calcola quindi che nei prossimi anni il mercato crescerà almeno di 735 mila unità, con un CAGR del 33,96%.

Inoltre, il centralino virtuale può essere venduto da tantissime tipologie di imprese: dal piccolo negozio di informatica al grande operatore di telecomunicazione. E questo proprio per i cambiamenti introdotti dal Cloud nella filiera del settore ICT, che vede oggi i Service Provider globali appoggiarsi a una rete capillare di partner ai quali vengono assegnati livelli di certificazione e opportunità commerciali differenziate.

 

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